“Né Hezbollah né nessun altro partito, statale o non statale, dovrebbe cercare di trarre profitto dal conflitto tra Israele e Hamas”, ha avvertito venerdì un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, in risposta alla retorica filo-israeliana del leader. Organizzazione iraniana Hassan Nasrallah.
Questo portavoce ha aggiunto: “Non ci impegneremo in una guerra di parole. Gli Stati Uniti non cercano di intensificare o espandere il conflitto lanciato da Hamas contro Israele”.
“Questa potrebbe diventare una guerra più sanguinosa di quella del 2006 tra Israele e Libano. Gli Stati Uniti non vogliono che il conflitto si estenda al Libano. La devastazione per il Libano e il suo popolo sarà inimmaginabile ed evitabile”. Ha notato anche lui.
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Il discorso di Hassan Nasrallah era atteso con impazienza per vedere se avrebbe trascinato il Libano nella guerra in corso. I combattenti di Hezbollah sono intervenuti contro Israele al confine tra i due paesi il giorno dopo la guerra con Hamas, ma in modo calcolato.
Il leader di Hezbollah ha attaccato violentemente gli Stati Uniti, proprio nel momento in cui il capo della diplomazia statunitense, Anthony Blinken, è in visita in Israele.
Ha sottolineato: “Siamo pronti (ad affrontare) la vostra flotta con cui ci minacciate”.
Ha accusato gli Stati Uniti di essere “pienamente responsabili della guerra in corso a Gaza”, affermando che “Israele non è altro che uno strumento”.
Sul fronte libanese, Hassan Nasrallah ha confermato: “Siamo entrati in battaglia dall’8 ottobre”.
Riteneva che “tutte le opzioni” fossero sul tavolo e che la possibilità di una “guerra totale” fosse “realistica”.
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