Per diversi anni, nata Lucille Randon l’11 febbraio 1904, ad Alice (Gard), non nascose una certa stanchezza: voleva “ritirarsi da questa vicenda”. Ma «il buon Dio non mi ascolta», disse ad AFP nel gennaio 2022, durante un lungo incontro.
Suor Andrei, cieca su una sedia a rotelle, si è rammaricata di essere meno mobile e di aver perso parte delle sue capacità.
“Dicono che il lavoro uccide”, ha detto nell’aprile 2022, quando è diventata decana dell’umanità, dopo la morte del giapponese Ken Tanaka a 119 anni. “È stato il lavoro a farmi vivere. Ho lavorato fino a 108 anni”.
Nessuna autorità ufficiale ha attribuito questi titoli a un generale di brigata oa un generale di brigata, ma gli specialisti hanno convenuto che suor Andre era di gran lunga la persona vivente più anziana il cui stato civile fosse stato verificato.
Il Guinness dei primati ha registrato questo record il 25 aprile.
Ha resistito al covid
Nella sua casa di riposo a Tolone, le è sempre piaciuto assaggiare il cioccolato e bere un bicchiere di porto. La sua vita era intervallata dalla messa ogni mattina. Appariva sempre nei suoi abiti da suora, un fazzoletto azzurro tra i capelli.
Concepita nella sua “missione di serva per gli altri”, ha spiegato ad aprile suor Therese, un’altra residente, fiduciosa che la sua “profonda fede” l’ha fatta andare avanti.
La porta della sua umile camera da letto era sempre aperta nel caso qualcuno volesse entrare perché “ogni giorno da solo con il tuo dolore non è divertente”.
Nel 2021 ho attraversato il Covid senza alcuna difficoltà, diventando un simbolo di speranza che ha scatenato una marea di messaggi da tutto il mondo. Ha risposto a quasi tutte le richieste, ad eccezione dei ciuffi di capelli o della ricerca sul DNA!
Scherzava regolarmente sul record da battere, ovvero Jeanne Calment, morta all’età di 122 anni ad Arles nel 1997, nel sud della Francia. Ma Jeanne Calment rimane così la persona che ha vissuto più a lungo nella storia dell’umanità e il cui stato civile è stato accertato.
Condividere un grande amore
Proveniente da una famiglia protestante non religiosa, suor Andre era maschile in onore di uno dei suoi tre fratelli che adorava, ed era una governante a Parigi prima del suo tardivo ritorno agli ordini, all’interno delle Figlie della Carità.
I suoi ricordi intatti fino alla fine, condivide molti ricordi, tra cui la drammatica perdita dei suoi gemelli Lady a 18 mesi o il suo arrivo a Parigi. “Avevo vissuto solo a Gard, in una città piccola e brutta, ero arrivato in una città scintillante. Avevo due figli di cui occuparmi.”
Ha lavorato formalmente fino alla fine degli anni ’70 e poi ha trascorso 30 anni all’Ehpad in Savoia dove si è occupata a volte di residenti più giovani di lei, prima di arrivare all’Istituto di Tolone che ha accolto diverse suore.
Attendeva sempre con gioia la visita dei suoi pronipoti e nipoti o quella del sindaco di Tolone, Hubert Falco, che apprezzava molto e al quale esprimeva “grande tristezza”, tanto più che non esitava. In ginocchio ad allacciarsi i lacci delle scarpe.
A lungo sulla terra, suor Andre avrebbe instancabilmente ammonito ad “amare sempre senza vincoli, amare senza aspettarsi nulla in cambio perché quando amiamo gli altri, quando ci rivolgiamo agli altri, non abbiamo paura dell’ignoto”. David Tavella che divenne suo caro amico.
Perché come ha detto, se ci fossero due obiettivi nella vita, sarebbero «condividere un grande amore e non scendere a compromessi con i propri bisogni».
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