A margine della visita della principessa Astrid del Belgio in Senegal, venerdì 26 maggio si è tenuto un incontro per costituire una rete di attori nel campo del “rapporto tra agricoltura, salute e nutrizione”.
Lotta alla malnutrizione e all’insicurezza alimentare. È questa la principale preoccupazione degli attori della salute nutrizionale, riunitisi venerdì 26 maggio presso la sede dell’Istituto per la ricerca sanitaria, la sorveglianza epidemiologica e la formazione, a Diamniadio, a una trentina di chilometri da Dakar, nell’ambito del progetto Fagaru “Nutrizione e salute Network in Senegal” finanziato da Wallonia -Brussels International (WBI) insieme all’Università di Liegi (ULiège), alla Libera Università di Bruxelles (ULB), alla ONG Eclosio in Belgio, e all’ISRA e IRESSEF per il Senegal.
Per il professor Nicolas Antoine Moussieu dell’Università di Liegi, che ha partecipato a questo incontro, si tratta di “lanciare un movimento permanente che colleghi, che tesse una rete permanente tra le istituzioni senegalesi, tra i vari attori senegalesi sul tema della sicurezza alimentare”. . “Ma è preso da una prospettiva ‘one health’, cioè tiene conto sia delle sfide della salute umana, sia della salute degli animali, della salute delle piante e, in definitiva, della salute degli ecosistemi”, spiega il veterinario belga.
Secondo quest’ultimo, che ha presieduto l’incontro presso la sede IRESSEF, a Diamniadio, a una trentina di chilometri da Dakar, “l’idea è di dire che la prima condizione di salute per ognuno di noi, è mangiare bene e che il primo modo per poter proteggere il nostro ambiente, è prestare attenzione al modo in cui produciamo il nostro cibo”. “Pertanto, dobbiamo lavorare in collaborazione tra i settori della salute e dell’agricoltura per produrre ecosistemi alimentari sostenibili che rispondano alle sfide della sicurezza alimentare e nutrizionale”, ha sottolineato.
In larga misura, ha aggiunto, “i problemi di sicurezza alimentare” saranno “la protezione del nostro capitale naturale, la protezione della fertilità del suolo, la lotta alla deforestazione e l’utilizzo di pratiche sostenibili”. Ciò presuppone che gli accademici “evitino l’uso di pratiche che distruggono l’ecosistema come l’uso eccessivo di pesticidi, che sono essi stessi dannosi per la salute umana”.
Questa iniziativa è benvenuta in un contesto in cui si dà priorità alla sicurezza alimentare, afferma il dott. Adjaratou Ndiaye, segretario permanente del Consiglio supremo per la sicurezza sanitaria globale (ONE HEALTH). “Fortunatamente, capiamo molto bene in Senegal e abbiamo messo in atto un programma di sicurezza sanitaria globale basato su un approccio in cui la sicurezza alimentare gioca un ruolo molto importante”, ha osservato il dott. Ndiaye, sottolineando che “la salute non è un aspetto medico , ma una questione di sicurezza.”
CA / cosa
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