La malattia costituisce “un grave problema di salute pubblica perché colpisce principalmente le persone più vulnerabili, per le quali è difficile raggiungere una diagnosi e il trattamento richiede un supporto rafforzato e multidisciplinare”, secondo la valutazione di Fares.
Secondo l'organizzazione no-profit, il contesto attuale in Belgio sembra piuttosto favorevole all'epidemia di tubercolosi. Infatti, il deterioramento dell’accesso alle cure per le persone vulnerabili e la grave carenza di spazi di accoglienza per richiedenti asilo e sfollati aumentano il rischio di contrarre la tubercolosi, così come i conflitti in patria e all’estero, l’inflazione e la fragilità della popolazione.
Il Fondo per le malattie respiratorie sottolinea che “l’adattamento del sistema sanitario sociale all’evoluzione del contesto belga deve essere una priorità politica per garantire i diritti umani e preservare la salute di tutti”.
Inoltre, la gestione della malattia rimane difficile in termini di diagnosi. “I sintomi della tubercolosi non sono molto specifici e gli operatori sanitari non sempre ci pensano, soprattutto se non li riscontrano regolarmente, il che può causare ritardi o addirittura sottodiagnosi”, spiega il dottor Cesar, direttore dell'ospedale Fars.
Si evidenzia quindi una sottosegnalazione pari a circa il 3,1%. “Ma è decisamente più importante”, conferma Vincienne Césaire. “Ciò può essere spiegato da vari fattori, tra cui la mancanza di tempo e la pressione sugli operatori sanitari”.
La tubercolosi è la seconda malattia infettiva più mortale al mondo. Secondo l’ultimo rapporto dell’OMS, nel 2022, 10,6 milioni di persone hanno contratto la tubercolosi e 1,3 milioni ne sono morte.
In Belgio, nello stesso anno sono stati annunciati 852 nuovi casi di tubercolosi, una diminuzione di 23 casi rispetto al 2021. Il tasso di incidenza diminuisce quindi leggermente, da 7,6 per 100.000 nel 2021 a 7,4 per 100.000 nel 2022, indicano i prezzi. dal Registro Nazionale. Queste cifre differiscono leggermente da quelle dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che stimano il tasso di infezione a 7,8 per 100.000 nel 2022 e 8,1 per 100.000 nel 2021.