È in questo contesto che sono arrivati gli Stati Uniti. Artem Os è stato arrestato il 17 ottobre in Italia, a seguito dell’emissione di un mandato di cattura internazionale da parte dell’autorità giudiziaria di New York nei suoi confronti. Secondo i media italiani, è accusato di associazione per delinquere, frode e riciclaggio di denaro.
Il russo viene inizialmente posto in custodia cautelare, in attesa di una richiesta di estradizione dagli Stati Uniti, che arriva l’11 novembre… due giorni dopo la richiesta di estradizione dalla Russia. Ed è qui che le cose si complicano, spiega il Corriere della Sierra. Per ogni richiesta di estradizione è richiesto il consenso del detenuto.
Artem Uss, ovviamente, lo ha dato alla Russia. Così ha accettato di estradarlo nel suo paese d’origine. In questo caso, il governo italiano è l’unico responsabile per decidere se può essere o meno estradato.
Per quanto riguarda la richiesta americana, Artem Uss non ha dato il proprio assenso. Come hanno sottolineato i nostri colleghi italiani, spetta in primo luogo ai tribunali italiani verificare se sussistono i presupposti giuridici per consentire – o meno – la sua estradizione. E solo allora entra in gioco il governo italiano.
Ad ogni modo, Artem Uss è riuscita a tornare a casa prima che lo decidesse il governo italiano. Quanto alla richiesta russa, il fascicolo è sul tavolo del governo Meloni da quattro mesi. Preferisco non prendere una decisione. La richiesta statunitense ha seguito la via legale, fino al giorno prima della fuga di Artem Os, quando una corte d’appello ne ha autorizzato l’estradizione. Insomma, Artem Uss ha beneficiato di un grande alleato: il tempo.
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