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Le Ong che operano nel Mediterraneo condannano il “codice di condotta” del governo italiano.

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Le Ong che operano nel Mediterraneo condannano il “codice di condotta” del governo italiano.

Questo è un file Era sulla scrivania di Georgia Meloney Dalla data della sua nomina Sotto la guida del Gov. Mercoledì 28 dicembre il Consiglio dei ministri si è occupato della questione e ha approvato un decreto recante nuove regole per le organizzazioni non governative operanti nel Mediterraneo. Un “Codice di condotta” volto a regolamentare ulteriormente le operazioni di salvataggio di queste imbarcazioni. Repubblica Si elencano le principali attività:

“In primo luogo, questo codice di condotta prevede l’obbligo di richiedere un porto per lo sbarco dei migranti immediatamente dopo il primo soccorso (in cui deve essere fornito un resoconto dettagliato), nonché il divieto [implicite] Intraprendere diverse missioni di soccorso (salvo richiesta delle autorità italiane). Non è più consentito il trasferimento dei migranti dalle piccole imbarcazioni delle Ong a imbarcazioni più grandi e, una volta prestati i primi soccorsi, l’imbarcazione deve dirigersi verso un porto indicato dal Ministero dell’Interno.

“Rendere insostenibile il costo economico delle operazioni”

Per il quotidiano di centrosinistra, quest’ultima precisazione ha uno scopo chiaro : Tenere le navi lontane dalla principale area di soccorso (tra la Sicilia e le coste LibiaScaricando i migranti a d

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