L’Egitto non nasconde la sua rabbia, dopo che l’Occidente lo ha fortemente invitato ad aprire le sue porte per accogliere centinaia di migliaia, o addirittura milioni, di residenti di Gaza, assediati dai raid aerei e dall’imminente attacco di terra dell’esercito israeliano. Denuncia le intollerabili pressioni diplomatiche e invia un messaggio chiaro all’Unione europea, Link al Financial Times.
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Ultimo aggiornamento:
16:42
fonte:
Financial Times, BBC World Service
Guarda: Il presidente egiziano mette in guardia dai pericoli dell’esodo di massa dei palestinesi nel Sinai
Mentre centinaia di migliaia di palestinesi fuggono nel sud della Striscia di Gaza dopo l’avvertimento dell’esercito israeliano, la crisi umanitaria nella piccola area costiera sta peggiorando e i residenti si stanno gradualmente riversando alle porte dell’Egitto. Il valico di frontiera di Rafah è in realtà l’unico punto di uscita da Gaza non gestito da Israele. Stati Uniti e Unione Europea chiedono al Cairo di consentire il passaggio dei palestinesi in possesso di passaporti stranieri.
La riluttanza dell’Egitto
L’Egitto è titubante e teme di trovarsi a breve termine ad affrontare un afflusso incontrollabile di profughi palestinesi nel Sinai. Oggi invia agli occidentali il chiaro messaggio che si opporrà a qualsiasi pressione volta a costringerli ad assumersi la responsabilità di questo sforzo. Inoltre, secondo il ministro degli Esteri Sameh Shoukry, i “trasferimenti forzati di popolazione” non costituiscono in alcun modo una soluzione alla crisi palestinese (continua sotto).
“Se ci tieni così tanto ai diritti umani, prendilo.”
In un linguaggio informale, un alto funzionario egiziano avrebbe invitato il suo omologo europeo, dietro le quinte dei negoziati, ad accoglierli nell’Unione europea: “Vuoi che ci prendiamo cura di un milione di rifugiati? prendersi cura di un milione di profughi? Beh, li rimanderò in Europa. Se ci tenete così tanto ai diritti umani, beh, accettatelo. “Gli egiziani sono molto arrabbiati” per le pressioni esercitate, questo interlocutore europeo “non ufficiale” confermato.
Lo choc della “Nakba”
Allo stesso tempo, gli aiuti umanitari internazionali affluiscono e si accumulano alle porte della Striscia di Gaza, ma il valico di frontiera di Rafah rimane strettamente chiuso ed esposto, inoltre, agli attacchi aerei israeliani. Inoltre, i palestinesi temono la possibilità di un esodo di massa forzato verso l’Egitto. Uno scenario che commemora il doloroso trauma della “Nakba” e il viaggio senza ritorno di centinaia di migliaia di palestinesi sfollati permanentemente durante la fondazione dello Stato di Israele.
Secondo il Ministero della Salute di Hamas (una fonte che non può essere verificata), gli attacchi di ritorsione israeliani hanno ucciso almeno 3.478 persone, la maggior parte dei quali civili palestinesi, tra cui centinaia di bambini, e ne hanno feriti più di 12.065.
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