La Svizzera italiana si sente presa in giro. Più di un quarto delle scuole superiori della Svizzera tedesca non propone l’italiano come “disciplina di base” ai propri studenti, in violazione del mandato federale per il riconoscimento della maturità (ORM). Lo rivela un sondaggio commissionato dalla Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica istruzione (Cdip), su richiesta del Forum per la lingua italiana in Svizzera.
Il coordinatore di questo forum, Diego Erba, ricorda che il testo prevede che ogni liceo svizzero offra come materie di base una prima lingua, una seconda lingua nazionale e una terza lingua, che sia un’altra lingua nazionale, l’inglese o una lingua antica. latino o greco. Mentre nella Svizzera romanda, 35 scuole partecipanti al sondaggio hanno offerto l’italiano come materia di base nel 2021-22, 24 scuole superiori di lingua tedesca su 91, ovvero il 26,4% delle scuole, non lo hanno fatto. La lingua dantesca come disciplina di base.
Pace federale
“Perché nessuna autorità – cantonale o federale – è intervenuta quando il decreto è stato violato?” chiede Diego Erba. La Disney riporta un’altra stranezza: “A seguito dell’inchiesta, il CDIP fa diverse considerazioni e raccomandazioni; Ci si aspetterebbe che incoraggi le zone non dominate a rispettare il mandato, ma no, niente.
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Al CDIP, Stefan Kunfermann, responsabile della comunicazione, ricorda che i cantoni sono responsabili delle loro scuole e, di conseguenza, dell’attuazione delle norme di accreditamento in vigore. “A causa della loro competenza, i distretti possono imporre direttive simili all’ordinanza nelle loro scuole”.
Sottolinea che nel quadro dell’evoluzione del Programma di maturità scolastica, la Commissione svizzera per la maturità (CSM) dovrebbe avere nuove possibilità per garantire il rispetto dei requisiti minimi. «Questi ultimi possono continuare a verificare se le scuole che rilasciano certificati di immatricolazione riconosciuti a livello svizzero soddisfano i requisiti».
Intervento a Berna
Dizziana Fandini, responsabile della comunicazione presso la Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (Sefri), Sefri “sostiene il parere del CCIP, secondo cui l’evoluzione della promozione dell’italiano nelle palestre svizzere è da considerarsi fondamentalmente positiva. Ciò, anche se c’è ancora bisogno di recuperare terreno a livello regionale.Con l’evoluzione del programma di maturità scolastica, sottolinea anche che la Commissione per la maturità sarebbe in una posizione migliore per garantire il rispetto del mandato federale.
Tuttavia, durante questa sessione parlamentare, il consigliere nazionale Marco Romano (Centro), copresidente della Commissione parlamentare italiana, vuole depositare un intervento in Consiglio federale. “Ogni volta che guardiamo più da vicino, la situazione italiana è sempre preoccupante. A Berna facciamo grandi discorsi sul multilinguismo e su come vogliamo preservare questo valore aggiunto per il Paese, ma in realtà non si fa nulla per colmare queste lacune.
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Il Consiglio federale pretende che non si tratti di merito; I Cantoni stanno facendo lo stesso e la Cdip si chiede a chi spetti il ruolo di richiamare all’ordine i Cantoni non conformi. “Sono un grande difensore del federalismo, ma se un’autorità inferiore non fa la sua parte, l’autorità superiore dovrebbe intervenire e far rispettare la legge”, continua l’eletto centrista.
La situazione sta peggiorando, è pericolosa, crede: non è solo italiano, ma multilinguismo in generale: francese nella Svizzera tedesca e tedesco in romandia. “Le politiche cantonali emarginano e minano il valore delle lingue, e alla lunga perderemo un elemento centrale dell’identità svizzera”.
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