Il sentimento espresso da molti (ma non tutti) leader istituzionali e degli Stati membri dell’UE, a seguito del naufragio di una barca carica di centinaia di migranti, al largo della Grecia, è alquanto imbarazzante. Perché nella sincerità dei sentimenti che esprime (non osiamo immaginare che siano finti), scopriamo qualcosa dell’ordine delle macchine pavloviane.
Un barcone di migranti, i loro corpi e le loro merci, scompaiono nel Mediterraneo. Dirigi un’istituzione europea o parte di essa? Sei a capo di un paese o di un governo europeo? Come interagisce: istruzioni per l’uso. Usa parole e frasi come “profondo dolore”, “prevenire tali tragedie”, “combattere le azioni dei contrabbandieri”, “aumentare la cooperazione con i paesi di partenza e di transito”. Cospargere con un po’ di pietà. Aggiungi uno sguardo penetrante e una voce ferma e compassionevole. è pronto. Per i vostri fazzoletti, concittadini.
La cosa più inquietante è che questi stessi leader fingono di non vedere che la politica europea in materia di immigrazione, ora incarnata nel patto viziato recentemente adottato da 27 paesi, è impegnata a ripetere questo tipo di dramma. Perché ciò che guida questa politica, al di sopra di ogni altra considerazione, è la malsana e malsana ossessione di limitare il più possibile l’accesso al Vecchio Continente a chi proviene da prospettive meno pacifiche e prospere. Poiché i canali legali dell’immigrazione sono scarsi e angusti, è l’unica opzione per correre rischi insensati per raggiungere l’Europa attraverso deserti, mari e montagne; viziarsi pagando contrabbandieri; Mentire sul proprio status sperando di passare per la cruna di un ago per ottenere lo status di rifugiato.
Un accordo sull’immigrazione, questo è già tutto
L’Unione nega i suoi valori umani quando chiude due volte le porte a coloro che fuggono dalla povertà, dalla guerra e dai disordini climatici. Quando alcuni Stati membri ostacolano l’operato dei soccorritori, o praticano il rimpatrio forzato, senza temere più di un mero rimprovero – che arriverà, forse, non appena verranno alla luce i fatti già accertati. Quando rinchiude sui suoi passi, in condizioni non degne di lei, persone che non vuole sul suo territorio. Quando firma patti subdoli con la Turchia, la Libia (la Libia, maledizione!, che notoriamente è un inferno per i migranti di passaggio) o la Tunisia perché si tengano i candidati all’esilio, contro i colpi di moneta e gli sbandamenti. Quando i suoi governi sono guidati da conservatori, socialisti, liberali, scimmie dell’estrema destra xenofoba, dovrebbero conquistare il suo elettorato, mentre gli spianeranno la strada per salire al potere, come in Italia.
Non c’è dubbio che il bilancio fatale della tragedia nel Peloponneso costerà centinaia di vite. Non è astratto ed è triste dedicare del tempo a pensare che per una persona è centinaia di volte di più. Con una storia e speranze, ora è stato inghiottito da decine di migliaia di altri.
L’Unione europea non è certo responsabile di tutta la miseria del mondo, ma la sua politica sull’immigrazione vi contribuisce. È la sua vergogna e la nostra vergogna.