Ma cosa spinge Rafael Nadal, quasi 38 anni, così impegnato nella sua carriera, così disperato a tornare in gioco dopo un anno di inattività a causa di infortuni e interventi chirurgici allo psoas e ai muscoli dell'anca?? Lo spagnolo, vincitore di 22 tornei del Grande Slam, numero uno del mondo per 209 settimane, membro onorario dei Big3, medaglia d'oro olimpica e star amatissima ai quattro angoli del pianeta, non ha altro da dimostrare. Né per lui né per nessun altro. Perché continua a infliggersi così tanto sacrificio, dolore e periodi di dubbio quando potrebbe semplicemente voltare pagina? Forse la risposta si può riassumere in due parole: Roland Garros.
Dio dei nazionali francesi che hanno vinto quattordici volte, il maiorchino sicuramente non vuole rinunciare al suo regno senza combattere un'ultima volta. In quest'arena, il torero vuole sferrare il colpo finale alle sue bande. E nel 2024, se il suo fisico glielo permetterà, potrà brillare due volte: durante gli Slam ma anche durante le Olimpiadi. Anche a costo di subire sconfitte, Rafael Nadal non vuole andarsene senza queste ultime battaglie sulla terra battuta che gli scorrono nelle vene. Se dovesse dire addio al pubblico parigino, lo farebbe con la mazza in mano. È motivo di orgoglio e onore per un giocatore che merita pienamente un ultimo giro di applausi per tutto quello che ha fatto per il tennis e per tutte le emozioni che ha regalato ai tifosi della pallina gialla. E nei suoi sogni, il finale perfetto aveva già attraversato la mente di Rafa. Con quali caratteristiche? Vittoria al Roland Garros su Novak Djokovic nel loro 60esimo e ultimo duello.
Nadal si ritira dagli Australian Open: “Il mio obiettivo è essere al massimo livello in tre mesi”
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