L’appello a boicottare i supermercati Carrefour nel contesto del conflitto tra Israele e Palestina non è nuovo. Diversi gruppi filo-palestinesi, tra cui il movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni), menzionano regolarmente gli accordi commerciali esistenti tra il marchio e la catena di supermercati israeliana Yinot Bitan. Nel 2022, questi ultimi due hanno firmato un accordo molto redditizio. Carrefour ha concesso in franchising diversi marchi Yenot Bitan situati nei territori palestinesi occupati. Poi Patrick Lasvarjos, Presidente della Carrefour International Partnership, ha annunciato:Siamo lieti di firmare questo nuovo accordo che riafferma le solide basi della nostra strategia di franchising internazionale Da allora, in Israele sono stati aperti 50 dei 150 negozi previsti.
Questa stretta associazione tra le due società è ciò che il gruppo filo-palestinese intende condannare, definendolo un atto di complicità nel “genocidio” dei palestinesi. Di conseguenza, diversi negozi Carrefour sono stati presi di mira e hanno subito lievi danni, principalmente cartelli e manifesti. A riguardo possiamo leggere: “Carrefour è il partner ufficiale del genocidio“. O: “I tuoi acquisti finanziano le bombe israeliane“La richiesta del gruppo di attivisti con questo rapporto e questo appello al boicottaggio può essere riassunta in una frase: “Chiedere al colosso francese della vendita al dettaglio di porre fine alle sue attività commerciali negli insediamenti illegali israeliani“.
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Il gruppo dei supermercati non è l’unico gruppo preso di mira dagli appelli al boicottaggio. Tra i 40 brand sotto accusa per le loro affermazioni possiamo identificare Axa, Puma, Amazon e Airbnb.
Posta di lavoro
Il gruppo non intende fermarsi ai loghi presenti su cartelli, insegne o adesivi nei negozi. Hanno lanciato un'azione per inviare e-mail al CEO di Carrefour, Alexandre Bompard. L’azione viene trasmessa sui loro social network e rimane in linea con le loro richieste: “Chiedere al signor Bombard di abbandonare ogni interesse per gli insediamenti israeliani illegali nella Palestina occupata, così come in Israele, finché il suo governo viola il diritto internazionale e i diritti del popolo palestinese. Ciò implica confrontare Carrefour con i suoi obblighi legali in termini di diritti umani e responsabilità morale, mentre è in corso il genocidio contro il popolo palestinese.“.
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