E le vendite di giocattoli, in volume, sono diminuite dell’8% lo scorso anno. “Ma se ci riferiamo al 2019, che è stato un anno ‘normale’ prima del Covid, sono aumentati dell’11%”.Mikael Plaut, dell’ufficio di analisi NPD, ha notato l’elezione del gioco dell’anno lo scorso ottobre. “In termini di volume, è un po’ più complicato perché il calo è del 14% in un anno e dell’11% rispetto al 2019″.
Se il mercato resiste e mostra un aumento del fatturato rispetto al 2019”Il motivo principale è che l’aumento dei prezzi medi di acquisto ha permesso al settore di operare bene. Questo prezzo medio non è spiegato solo dall’inflazione, ma anche dall’aumento delle vendite online, con il prezzo medio per articolo che raggiunge i 30 euro, rispetto ai 15 euro nei negozi.
Gli analisti di NPD notano, tuttavia, che sono i giocattoli a basso prezzo che vengono generalmente dati ai bambini come ricompensa o convenienza a soffrire di più. “In forte rialzo invece i giochi nella fascia di prezzo sopra i 50€: +21% rispetto al 2019.
Colruyt chiuderà sei negozi Dreamland e Dreambaby, 192 posti di lavoro a rischio Tutti i negozi Dreamland chiusi mercoledì
Infine, con un fatturato di 215 milioni di euro, il settore dei giochi può vantare un incremento dell’11% rispetto al 2019.
Tuttavia, se il settore sembra attraversare una crisi, i negozi fisici stanno subendo una concorrenza tremenda, soprattutto quella delle vendite online. I grandi marchi, che devono fare i conti soprattutto con costi operativi in forte aumento, faticano a tenere la testa fuori dall’acqua.
La Grande Récre è stata la prima a pagarne il caro prezzo. Così, la filiale belga è stata dichiarata fallita nel 2018, con il taglio di 95 posti di lavoro.
Nel 2020, è il turno di Bart Smit di dichiarare bancarotta dopo essere stato sottoposto a riorganizzazione giudiziaria. Kingtoy, che ha rilevato le attività di Maxi Toys, non ha voluto salvare il marchio fiammingo. Bart Smit era già invalido da diversi anni e le prospettive di recupero sembravano impossibili per questo ramo del gruppo.
Editoriale: Dopo la crisi sociale di Delhaize, Dreamland/Dreambaby o la paura del contagio
Anche Maxi Toys è stata duramente colpita dalla crisi del Covid ed è stata anche costretta a presentare istanza di tutela contro i suoi creditori nel maggio 2020. Alla fine, ha dovuto la sua salvezza solo all’acquisizione della società francese King Toy. Per inciso, 6 negozi su 26 sono stati costretti a chiudere, lasciando ancora una volta circa 30 persone ai margini, proprio come 32 posti di lavoro sono stati tagliati nel centro logistico di Logitoys a Houdeng-Gœgnies.
Maxi Toys però non si è salvata per tutto questo, perché King Toy ha già annunciato l’intenzione di chiudere definitivamente il centro logistico di Houdeng-Goegnies il prossimo luglio, il che comporterà la perdita di altri 92 posti di lavoro.