Era riconoscibile per il suo aspetto di prima classe, poiché i suoi occhiali squadrati erano costantemente attaccati al naso. Insieme a Gordon Murray, John Barnard e altri Adrian Newey solo per citarne alcuni, uno di quei geni che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della Formula 1 è stato Mauro Forgerie, l’uomo che ha trascorso tre decenni al timone della Scuderia Ferrari come ha respirato il direttore tecnico il suo ultimo mercoledì. Aveva 87 anni.
Incredibile destino per questo laureato in Ingegneria Meccanica all’Università di Bologna. Quando Enzo Ferrari lo chiamò a capo dell’ufficio tecnico della Scuderia dopo la rivoluzione di palazzo del 1961, Mauro aveva solo 27 anni. Ma il suo lavoro ha presto dato i suoi frutti quando l’ingegnere ha visto una delle sue creazioni incoronata campione del mondo da John Surtees nel 1964. Durante il suo regno, altri due piloti hanno vinto gli allori del campione: Niki Lauda (1975-1977) e Jodi Schecter (1979) . Come costruttore, la Ferrari sarà sovrana non meno di sette volte.
La lista delle Ferrari Forghieri che ho visto è tanto leggendaria quanto numerosa. Con lui al timone ha completato la sua evoluzione la mitica 250 GTO. Ha anche progettato diverse vetture di Formula 1, tra cui la 158/1512 Champions nel 1964, e la serie 312 iniziata nel 1966. Ha anche sviluppato il primo cambio trasversale di Maranello e la prima Ferrari F1 turbo. Al Gran Premio del Belgio del 1968, la sua monoposto fu la prima nella storia della Formula 1 a presentare pinne aerodinamiche. Ma la sua preferita è la leggendaria 330P4, la nemesi della Ford GT40 nelle auto sportive.
Tra geniali creazioni e clamorosi insuccessi, la passeggiata di Forghieri a Maranello non è stata un fiume lungo e placido. Ma il comandante continuava a ricordarglielo quando necessario. Tuttavia, a metà degli anni ’80, la sua influenza diminuì quando i Reds passarono sotto il governo di Williams, Brabham e McLaren. Nel 1984, dopo la riorganizzazione della Scuderia, ha rassegnato le dimissioni dalla carica di direttore tecnico. Rimase però in Ferrari per altri tre anni, il tempo per progettare una concept car che sarebbe stata il primo cavallo da salto ad essere dotato di trazione integrale.
Nel 1987 il colosso Chrysler aveva appena acquistato una Lamborghini e fu chiamato da Lee Icocca (il padre della Ford Mustang) a capo dell’ufficio tecnico. Progetta il V12 che guiderà Larrousse, Lotus e altre Modena tra il 1989 e il 1993. Nel frattempo è stato sostituito dalla Taurus Company.
Si stabilisce alla Bugatti, che rinasce grazie a Romano Artioli, per ricoprire l’incarico di responsabile dell’ufficio tecnico. Così ha co-sviluppato la supercar immediatamente leggendaria EB110. L’avventura Bugatti si conclude nel 1994 e Forghieri lancia un’azienda che subappalta a diversi marchi, tra cui BMW e Aprilia.
Con Forghieri parte uno dei più grandi maghi della F1. Capace di progettare un’auto completa da zero, è senza dubbio il designer più produttivo, versatile e di successo nella storia del motorsport italiano.