Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu giovedì sera ha respinto qualsiasi riconoscimento internazionale di uno Stato palestinese al di fuori dell’ambito della ripresa dei negoziati di pace israelo-palestinesi, affermando che un simile passo “fornirebbe un’enorme ricompensa per il terrorismo”.
Giovedì due ministri israeliani di estrema destra, Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, rispettivamente responsabili della sicurezza nazionale e delle finanze, hanno respinto in termini simili un piano riportato dal quotidiano americano The Washington Post.
Il giornale ha riferito che gli Stati Uniti, il principale alleato di Israele, e molti paesi arabi vicini a Washington, stanno lavorando a un piano globale volto a stabilire una pace israelo-palestinese permanente dopo la fine della guerra tra Israele e Hamas.
“Israele continuerà a opporsi al riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese. “Tale riconoscimento, sulla scia del massacro del 7 ottobre, offrirebbe un’enorme ricompensa per un terrorismo senza precedenti e impedirebbe qualsiasi futuro accordo di pace”, ha scritto Netanyahu in ebraico sul suo account Twitter X.
Ha aggiunto: “Israele rifiuta categoricamente i dettami internazionali riguardanti una soluzione permanente con i palestinesi”, sottolineando che un accordo di pace può risultare solo da “negoziati diretti senza precondizioni”.
cessate il fuoco
Il quotidiano americano ha riferito, citando funzionari americani e arabi, che l'attuazione del piano citato dal Washington Post inizierà con un cessate il fuoco “con una durata prevista di almeno sei settimane” durante il Ramadan.
Ciò includerebbe in particolare la cessazione dei combattimenti, il rilascio degli ostaggi rapiti da Hamas durante gli attacchi del 7 ottobre in Israele e trattenuti da allora a Gaza, e la definizione di un calendario per l'eventuale creazione di uno Stato palestinese.
“Non accetteremo mai un piano del genere, che in effetti afferma che i palestinesi meritano un risarcimento per il terribile massacro che hanno commesso”, ha scritto Smotrich sul sito di social network “The Existential Threat to the State of Israel”.
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