Come dicevamo, per molti questa può rappresentare una vendetta, dopo che per anni si è detto che ciò che si posta online è per sempre, ma in realtà è un problema.
Perché? Pensiamo a Wikipedia: sono tante le schede in cui le fonti non sono più accessibili. Ma questo vale anche per i siti web governativi e persino per i siti di notizie. Secondo la Columbia Journalism Review, che aveva già riconosciuto questo rischio nel 2021, ciò significa che il contenuto a cui si fa riferimento non è più accessibile e quindi non sarà più possibile comprendere il contesto dell’articolo. Inoltre, uno studio del 2014 ha rilevato che negli Stati Uniti, quasi la metà dei collegamenti ipertestuali contenuti nelle sentenze della Corte Suprema portavano a contenuti che erano cambiati rispetto alla loro pubblicazione originale o erano scomparsi da Internet. Purtroppo questo rende alcuni tipi di ricerca molto difficili, se non quasi impossibili. Ma esiste almeno una soluzione parziale: Internet Archive, una biblioteca digitale senza scopo di lucro che fornisce uno spazio digitale permanente per l’accesso a vari tipi di risorse, compresi i siti web. Il sito permette di recuperare miliardi di pagine Internet, che vengono salvate automaticamente dai suoi crawler che si sforzano di preservare quanto più possibile il web pubblico, anche attraverso un’utile estensione di Chrome.
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