Poiché la sua salute peggiora di giorno in giorno, la prospettiva del governo rimane per lui incerta Luca Peñat. Arrestato il 4 novembre dopo a Articolo – Merce In cui denunciava l’inerzia del governo statale di Kaduna (centrale) di fronte ai massacri di cristiani nel sud della regione, il giornalista diorari pomeridiani, quotidiano internazionale conservatore con sede negli Stati Uniti, è stato imprigionato per quasi tre mesi e deve ancora essere processato. L’accusato di “cybercrime” Il giornalista vede che le udienze sono costantemente rinviate, a volte perché il giudice non è presente, a volte perché la decisione “non è pronta”… Dal 6 dicembre 2021 si tratta di tre udienze rinviate . Il prossimo appuntamento è previsto per domani, giovedì 27 gennaio.
“Oltre ad essere del tutto arbitraria, la detenzione di questo giornalista è diventata pericolosa per la sua salute, Si rammarica del capo dell’ufficio di Reporter senza frontiere Africa, Arno Froger. Luca Peñat non dovrebbe essere in prigione. Se le accuse contro di lui fossero state gravi, sarebbe stato processato molto tempo fa. Dovrebbe essere rilasciato”.
Il caso è nato da una denuncia presentata dal commissario per la sicurezza interna e gli affari interni dello stato di Kaduna dopo che il giornalista nel suo articolo ha citato un senatore locale che accusava il commissario di coinvolgimento nei massacri di cristiani. Ma secondo il figlio del giornalista, due giorni prima del suo arresto, durante uno scontro che si è quasi trasformato in una rissa, il commissario Luca Benyat ha minacciato di insultarlo e di imprigionarlo. Inoltre, le indagini del giornalista sulle violazioni commesse negli ultimi anni in questa regione non sono apprezzate dalle autorità locali.
Secondo le informazioni raccolte da RSF alla sua famiglia, le condizioni di salute di Luca Peña sono diventate preoccupanti: il giornalista soffre di una malattia alle articolazioni e al ginocchio, che è peggiorata dalla sua reclusione, e ora è costretto a muoversi con le stampelle.
Nel Paese più pericoloso dell’Africa occidentale per i giornalisti, sono spesso oggetto di minacce e intimidazioni, soprattutto per quanto riguarda la copertura dei massacri settari nello Stato di Kaduna, con il quale il loro numero e la loro comunicazione stanno diminuendo. Secondo la Federazione nigeriana dei giornalisti, almeno 120 giornalisti sono stati arrestati nel 2021. Alcuni sono stati addirittura costretti all’esilio per sfuggire alla repressione e alle pressioni, come ha già documentato RSF.
La Nigeria è al 120° posto su 180 paesi nel World Press Freedom Index 2021 pubblicato da Reporters sans frontières.
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