Autore del libro “Love Israel, Support Palestine – An Israeli Story”, questo soldato è anche il portavoce ufficiale della ONG Shofarim Shtika (“Breaking the Silence”), è stata fondata da soldati e riservisti dell’IDF per consentire loro di condividere la loro esperienza militare nei territori. La sua lettura del conflitto attuale è in contrasto con il manicheismo circostante: “Non commettiamo errori: questa non è una guerra inevitabile. Lo spiega puntando il dito contro chi ha fatto sì che accadesse ciò che lui diceva evitabile. Nel mirino: estremisti di entrambi gli schieramenti: leader del movimento islamico palestinese Hamas, da un lato; “Sono Juffair (Ministro israeliano della Sicurezza Nazionale)Smotrich (Ministro delle Finanze) E la loro banda“dall’ultimo.
Il 7 ottobre, mentre i combattenti di Hamas attraversavano il confine con Israele per portare avanti la loro sanguinosa campagna, Nir Avishai Cohen si trovava negli Stati Uniti per motivi professionali. Il suo superiore lo convocò quella sera stessa e lui prese posto sul primo volo disponibile per unirsi agli altri riservisti richiamati nel paese per preparare una grande offensiva.
Doveri militari che presto lo avrebbero costretto al silenzio. Prima di impegnarsi in questo dovere di discrezione, ha scelto di esprimersi pubblicamente. Per lui l’unica via è la pace. “A“L’esercito più forte non può proteggere il Paese poiché la pace può proteggerlo”. Questo è il 42enne che difendeva effettivamente questo punto di vista prima dell’attuale violenza. Per chiedere, come altri, il rispetto del diritto internazionale: “Non abbiamo il diritto di rispondere al massacro di israeliani innocenti con il massacro di palestinesi innocenti”.
Questa testimonianza toccante è quella di un uomo che sa che è sul punto di togliere la vita ad altre persone, e rischia di perdere anche la propria. Ma chi non vuole perdere la speranza:Poco dopo la terribile guerra dello Yom Kippur, fu firmato un accordo di pace tra Israele ed Egitto. Dovremmo aspirare a questo”. “Dopo la guerra ci incontreremo qui, sui social o davanti a una birra fresca a fine giornata, e faremo di tutto affinché questa sia l’ultima guerra”. Lui finisce.
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