In linea di principio, la prossima stagione tre squadre saranno retrocesse in P1. Le probabilità preoccupano necessariamente i club “piccoli” (e medi). Di fronte alla competizione G7 (Club Bruges, Anderlecht, Antwerp, La Gantoise, Genk, Standard e Charleroi) e agli importanti mezzi di Union SG e OHL, il resto della classe avrà la possibilità di far cadere Three.
I club “grandi”, dal canto loro, vedono una competizione bassa con buone prospettive, con meno squadre e quindi necessariamente meno partite. La priorità è la qualità, non la quantità. Senza contare che vogliono dare importanza alle loro squadre under 23. Per ora, ci si aspetta che consolidino le divisioni inferiori nei prossimi due anni. La domanda è cosa accadrà dopo.
Pertanto, l’amministratore delegato della Pro League, Lorin Parys, è responsabile di raggiungere un compromesso e di affrontare interessi molto opposti. Secondo le informazioni di HLN, la sua priorità sarà la ricerca della stabilità finanziaria ed economica, quindi l’idea è di non cambiare il formato ogni due anni.
Il seguente percorso è avanzato:
2023-2024: Un pareggio a 18 e un pareggio a 12, per dare un ulteriore anno di transizione ai club “piccoli”.
2024-2025: A D1A a 16 e D1B a 14.
2025-2026: A D1A a 14 e D1B a 16.
All’arrivo, l’idea sarà quella di creare tre serie da 12 squadre, con partite in casa, fuori casa ed eliminazioni (le prime sei per lo scudetto – le ultime sei per la retrocessione). Le squadre giovanili saranno poi fuse nelle due serie inferiori. Sarà inoltre prevista una ridistribuzione dei diritti di trasmissione televisiva, con una quota maggiore del bottino destinata ai “junior”.
Questa idea di base tiene conto di una revisione condotta dalla società di consulenza Twenty First Group. Secondo la società britannica, il formato 12-12-12 consentirà al campionato professionistico di diventare il sesto miglior campionato europeo.
Non è facile raggiungere questo obiettivo, sarà necessaria una maggioranza di due terzi per prendere la decisione.