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Per Mattia Binotto si stringe il cappio in casa Ferrari

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Per Mattia Binotto si stringe il cappio in casa Ferrari

Era combattivo al fianco di Abu Dhabi, durante la prima gara a cui aveva partecipato dal Gran Premio di Singapore. “Sono calmo” Si è spinto fino a dire, credendosi protetto dal suo bilancio e dalla sua capacità di riportare in vetta la Ferrari dopo due anni difficili. Mattia Binotto, arrivato alla Ferrari come apprendista nel 1995, era ancora molto turbato da tutti i pettegolezzi che lo riguardavano. Il Scuderia Sebbene due settimane fa abbia negato che la sua squadra principale stesse per andarsene, non ha avuto l’efficacia prevista. esattamente il contrario.

Alla fine della scorsa settimana, la stampa italiana ha dato notizia delle imminenti dimissioni dell’ingegnere italiano, mentre le trattative proseguono con l’obiettivo di raggiungere un accordo tra le due parti. Qual è il motivo di queste possibili dimissioni? I rapporti tra Mattia Binotto e il capo della Ferrari John Elkann, che si sarebbero notevolmente raffreddati da diverse settimane, avrebbero spinto l’italiano a rassegnare le dimissioni, che comunque sembravano voltare il vento. Dalla sua smentita post-Brasile, la Scuderia, da parte sua, non cita più pubblicamente il dossier.

A sostituirlo resta il nome di Frederic Vasseur, general manager della squadra. Alfa RomeoE chi non ha voluto parlare della questione da parte di Abu Dhabi. Il quotidiano La Stampa ha anche fatto eco alla possibilità di un ritorno per Ross Brawn, l’attuale capo allenatore di F1 E’ l’ex capo allenatore della nazionale italiana nei gloriosi anni in rosso Schumacher. L’instabilità che circonda la testa della Scuderia può essere un problema quando sappiamo che tutta Maranello è già concentrata sul progetto 675, un progetto sedile unico 2023 che dovrebbe essere un grande aggiornamento per F1-75.

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