Lunedì triste. Il rischio di infarto lunedì aumenterà del 13%, secondo i risultati di uno studio presentato lunedì 5 giugno alla conferenza della British Cardiovascular Society (BCS) a Manchester. Anche il tasso di infezione è stato leggermente più alto la domenica.
Per ottenere questi risultati, i ricercatori del Belfast Health and Social Care Trust e del Royal College of Surgeons hanno analizzato i dati di 10.528 pazienti ricoverati negli ospedali irlandesi tra il 2013 e il 2018.
Sono stati presi in considerazione solo gli infarti più gravi, ad es infarto miocardico Con elevazione del segmento ST (Stemi) – questo reperto ECG è spesso associato a un’occlusione acuta e completa dell’arteria coronaria.
ritmo circadiano coinvolto
Quindi si osserva un aumento dei tassi di infarto di Stemi all’inizio della settimana, specialmente il lunedì. Le ragioni di questo picco sono ancora difficili da spiegare.
La causa è probabilmente multifattoriale, ma in base a quanto sappiamo da studi precedenti, è ragionevole ipotizzare che vi sia una componente giornaliera », osserva Jacques Lavan, che ha diretto parte del lavoro con The Independent.
« Il ritmo circadiano è simile all’orologio interno del corpo umano. È un ritmo biologico integrato che assume la forma di un ciclo di circa 24 ore e governa alcuni processi fisiologici come il sonno e il cibo. afferma la Canadian Cancer Society.
Il ritmo circadiano già incluso al momento dell’insorgenza dell’infarto
Questa non è la prima volta che il ritmo circadiano è stato implicato negli attacchi di cuore.
Nel 2014, la Swiss Medical Review ha scritto sull’infarto del miocardio: La sua comparsa segue una variazione giornaliera con picchi di frequenza di picco intermedi Le dieci e le undici del mattino. Inoltre, anche il volume dell’infarto e il tasso di mortalità associato sono soggetti a variabilità nelle 24 ore. ».
Anche la rivista medica ha descritto “Picco di gravità intorno a mezzanotte indipendentemente dal tempo ischemico e dalla qualità delle cure”.
“Questi nuovi dati sono confermati da studi su modelli sperimentali che evidenziano un legame tra le dimensioni dell’infarto e alcuni geni coinvolti nel ritmo circadiano”, afferma. Aggiunta Swiss Medical Journal.
fonte : The Independent, Swiss Medical Journal, Canadian Cancer Society, British Cardiovascular Society
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