Daremo un latte d’oro allo spinello italiano
Così l’Italia ha vinto l’Euro, e cinque italiani sono entrati nella top 30 del Pallone d’Oro. Ma nessuno eleverà il mondo dell’oro. Questo è in definitiva logico, poiché il successo di Roberto Mancini si basa sulla forza collettiva piuttosto che sull’individualità.
Da Napoli, dove ha lasciato la Cina e si è reinsediato definitivamente, Fabio Cannavaro può dormire sonni tranquilli. A quindici anni dalla sua incoronazione è l’ultimo italiano a vincere il Pallone d’Oro, e allo stesso tempo l’ultimo difensore (e si può aggiungere anche l’ultimo giocatore con una carriera offensiva). Quest’anno, dopo il 2006, un italiano potrebbe aver sognato un globo d’oro. L’ultima volta è successo perché l’Italia ha vinto un big match, ed è stato proprio il bellissimo Fabio a vincere la gara a fine anno. Ne vale la pena allora? O era solo una ricompensa per la Coppa del Mondo a cui questo Pallone d’Oro era un monumento? Quindici anni dopo, il dibattito rimane aperto. Ma la sentenza 2021 non cambia nulla: Cinque Assuri Tra i primi 30, ma nessuno ha vinto.
Quando il miglior giocatore è collettivo
Quindi sì, è vero: nessun giocatore italiano ha volato l’Europeo dall’inizio alla fine. Alcuni giocatori hanno letto risultati eccezionali in alcune partite (Spinasola contro la Turchia, Locatelle contro la Svizzera, Barella contro il Belgio, Chilini contro l’Inghilterra), ma in realtà nessuno cammina nell’acqua dalla prima all’ultima partita. È quello che voleva Roberto Mancini: avere il miglior giocatore nella sua squadra. Da allora Barella, Jorginho, Chiesa, Bonucci, Spinazzola, Donnarumma, Chiellini hanno portato una pietra a questo edificio. Tutto l’essenziale, tutto mutevole allo stesso tempo, sono le più grandi delle prime due partite di biliardo, nella foto di Locatelli, e poi messe in panchina al ritorno di Verdi. Infatti, il Pallone d’Oro di questa squadra italiana di successo è Roberto Mancini.
La classifica finale del Pallone d’Oro vale la pena vedere quello che abbiamo visto quest’estate: tanti brillanti giocatori italiani, ma tra vent’anni non lo diremo a nessuno: “Sì, è l’uomo d’Italia 2021”Ora possiamo parlare di Paulo Rossi nel 1982, Toto Shilasi nel 1990 o Roberto Baggio nel 1994. Così,
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