Le tre squadre italiane ai quarti di C1: Napoli, Inter e Milan regalano una primavera inaspettata alla Serie A retrocessa, che non sembrava mai qualificarsi per i suoi quattro turni annuali di qualificazione in C1.
“Con queste tre qualificazioni riporteremo qualche idea ad alcune persone”, l’allenatore del Napoli, Luciano Spalletti, dopo la popolare dimostrazione di mercoledì contro il Francoforte (3-0), per raggiungere le otto big europee e le due milanesi per raggiungere per la prima volta.
Tre degli otto palloni estratti venerdì per i quarti di finale sono stati nominati Serie A, due per l’Inghilterra e uno contro Germania, Spagna e Portogallo.
L’Italia, che non è stata in questa fase nelle ultime due stagioni, non realizzava una foto di gruppo del genere dal 2006, e già due Milani e Juventus, pubblicati nella fase a gironi di quest’anno e donati all’Europa League. Nonostante ci siano pochissime stelle italiane tra questi club, è qualcosa da tifare per Defosi dopo un secondo Mondiale consecutivo in televisione.
Molti media sognano un derby di Milano ai quarti di finale come quello del 2005 per tenere viva la festa e l’Italia in semifinale. Fumogeni con gli ultras nerazzurri.
Seguendo le orme dell’Atalanta Bergamo di Gian Piero Casperini, l’ultima squadra italiana a schierare terzini, gli allenatori italiani saranno tentati di vedere in questi buoni risultati i benefici di una transizione meno cauta, vera, verso un gioco più “europeo”. C1 nel 2020, o la Nacionale del campione europeo Roberto Mancini nel 2021.
Ma se è necessario evidenziare un punto che accomuna i tre fortunati, è dalla parte di uno standard nazionale: la sicurezza. Non ha subito gol né in trasferta né al ritorno negli ottavi di finale.
Dopo essere uscita da un girone fortissimo alle spalle del Bayern Monaco, ma davanti al Barcellona, l’Inter ha giocato in tutto “all’italiana” contro il Porto (1-0, 0-0). Con l’aiuto di un cartellino rosso portoghese lungo la strada e grandi parate di Andre Onana. Milan e Mike Mignon attaccano con più entusiasmo e grinta per assediare per la prima volta il Tottenham di Antonio Conte, in circostanze simili: 1-0 a San Siro e 0-0 a Londra.
Anche il Napoli si è difeso bene. Ma la squadra colpisce soprattutto per la sua variegata tavolozza offensiva, con la potenza degli arabeschi di Victor Osimhen e Gwicha Kvaratskelia. Già semi-campione d’Italia, il club sta ricevendo numerosi riconoscimenti all’estero, anche da Pep Guardiola. “Ma è una partita corta e sappiamo pressare”, ha sorriso Spalletti. Il Napoli può andare lontano, ne è convinto anche il consulente di Sky Sport Alessandro Del Piero. Ma per Inter e Milan “dobbiamo alzare il livello”, l’arbitro che con la Juve sollevò la “Coppa dalle grandi orecchie nel 1996”.
Sulla stampa, in tutto il mondo, alcuni osservatori stanno valutando un’incoronazione italiana il 10 giugno a Istanbul. Nonostante non riesca a vincere la C1 dai tempi dell’Inter di Jose Mourinho nel 2010 e delle due finali della Juve (2015, 2017), il Milan (con sette titoli) è secondo in classifica dietro al Real Madrid, l’Italia è abituata a rallentare la retrocessione.
La Premier League ha visto le sue stelle più grandi andarsene altrove, con i club italiani un tempo molto amati che sono stati espulsi finanziariamente da Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco o Paris-SG. Nessuno del trio di qualificazione compare nella top 10 dei club più ricchi stabilita da Deloitte e dominata da City e Real. Il Napoli è stato l’unico degli otto quarti di finale a non essere tra i primi 30.
Ma questo potrebbe spiegare questo rinascimento italiano, costringendo i club a mostrare fantasia rintracciando giocatori di minore importanza ma con potenziale di sviluppo. Questa ricetta ha avuto successo nel Milan campione dell’anno scorso, e questa stagione nel Napoli.