Il mondo è cattivo. I Limp Bizkit hanno dovuto cancellare il suo tour europeo per motivi di salute e sabato non erano ad Hasselt, come inizialmente annunciato. Non c’è bisogno di pentirsi, è passato molto tempo da quando Fred Durst ei suoi piccoli amici hanno perso ogni attrazione. L’aspetto sporco, provocatorio e la cosa è rimasta, inoltre, sempre meno in una fase con gli sviluppi della nostra società, dove “carità” e “inclusività” compaiono più spesso nel vocabolario comune di “Tette”, “vomito” e ” combattere”.
Ma non ci sbarazziamo facilmente degli scarti di metallo. Alle 12:25, sul palco principale, il festival onora l’apertura della sua giornata con i Bizkit Park, una band per le già citate glorie dei Metal Heads, e altre vecchie glorie anni 90. “Pass Fashion FooCome dice Cristina Cordola nel suo film ‘Shopping Queens’, che sarebbe praticamente l’unico della giornata, visto che il poster di oggi è di qualità.
Il quasar ha riproposto i codici della musica orientale in un genere di rock ‘n’ roll arabo autentico e meravigliosamente efficace, affascinando il suo piccolo mondo all’inizio del pomeriggio. Clockworks sta per simulare le scimmie artiche che prendono i loro trucchi, e Kill Birds e poi Shame celebrano brillantemente il brillante ritorno delle scintillanti chitarre. Seguono, in ordine sparso, Yard Act, Mdou Moctar, Wet Leg, Jobse e Little Simz, tutti altamente raccomandati. Non sappiamo più dove andare.
Scegliamo… Non scegliamo e andiamo a trovare Marc Rebellett. Il musicista franco-americano è pazzo, totalmente pazzo e imperdibile sul palco. Generalmente addobbato in tutto e per tutto finemente, Rebillet si è fatto un nome grazie a minuscoli pod video girati nel suo appartamento, improvvisando brani al pianoforte e sui giradischi secondo le richieste dei netizen. Sul palco, il principio è lo stesso. Sempre in abito di seta e mutande, il musicista dal carisma incredibile e dal sarcasmo del tutto anticonformista si muove in tutte le direzioni, chiedendo al pubblico di scegliere il ritmo ei suoni per la scala degli applausi, buttandosi regolarmente nelle prime file. Per quanto incredibile possa sembrare, Rebillet riempie il palco del Marquee… non facendo troppo. Il risultato è il tipo di spettacolo personale tanto sorprendente e rinfrescante quanto cool.
La fine della giornata è solo una grande festa. Dieci minuti ci lasciano abbastanza tempo per correre sulla pista da ballo per celebrare la fine degli anni ’80 con la techno e l’underworld. Il set è quadrato, prevedibile, senza sorprese, ma Carl Hyde è la persona perfetta da cui riprendersi, con cui condivide la sua follia, Marc Rebellet. Lo stesso per Viagra Boys Altrove. Tatuato dalla testa ai piedi, il suo corpo fedelmente costruito, Sebastian Murphy trasforma “la mazza” in un calderone senza la minima preoccupazione. Il turbolento e giocoso mix tra garage rock e post punk che gli svedesi offrono è una delizia vivace. Non sappiamo come abbiano fatto i programmatori di Pukkelpop, ma sabato sera è stato tutto un successo, quasi soprannaturale, il giorno di festa più bello dell’estate.
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