Gli operatori sanitari si sono uniti per difendere il collega Babacar Niang sotto le restrizioni della detenzione. Toccati dalla sua situazione, davanti alla stampa avvertono di non poter più “tollerare la continuazione arbitraria della privazione della libertà di un collega”.
Abdou Kane Diop, segretario generale del Sindacato dei medici privati del Senegal (SEMPS), ha osservato: “Un medico risponderà sempre alla chiamata della giustizia perché è soprattutto un cittadino come gli altri. Ma teniamo presente che è nessuno è nemico, ma piuttosto un compagno di vita che è costantemente alla ricerca di vite per salvarle”.
A questo proposito, il sindacato invita tutti a “misurare e discriminare nella valutazione del ruolo di un medico” in Senegal, il cui status deve essere determinato legalmente per consentirgli di esercitare la sua missione in pace e senza intimidazioni.
Sulla base di tutto ciò, “i sindacati non possono tollerare che il nostro compagno e collega continui ad essere arbitrariamente privato della libertà”.
Secondo il dottor Diop, il posto di ogni medico è con i suoi pazienti al solo scopo di alleviare le loro sofferenze prendendosi cura di loro. Con le sue azioni mediche, il medico rende una questione d’onore ripristinare, mantenere o migliorare la salute in tutti i suoi elementi individuali, sociali, fisici e mentali.
Prima di definire: “Nell’esercizio della sua missione, il medico è apolitico e deve curare qualsiasi paziente che si presenti a lui, indipendentemente dalla sua appartenenza sociale, religiosa o politica”.
Volendo chiarire questa questione, aggiunge che il medico lavora secondo procedure mediche, non procedure di clientelismo politico.
Come la benda che copre gli occhi di Themis per rappresentare l’obiettività della giustizia, “lo sguardo del medico si preoccupa solo del sollievo dei disturbi del malato”.
Determinato a difendere il loro collega, il dottor Guy informa sia il pubblico che il privato: “Il medico deve rispettare le procedure che lo porteranno, quando riceve un paziente, ad assisterlo al fine di stabilizzarlo e a sopportare i rischi vitali di quest’ultimo”.
prima di denunciare il trattamento a cui sono sottoposti. “Abbiamo osservato un gran numero di casi in cui il medico è visto come un delinquente o un assassino, ammanettato e rinchiuso appena il paziente muore o durante gli scontri, oscurando il fatto che il medico non è divino ma vincolato dai mezzi che ha si dispiega al massimo per salvare vite umane”, da parte di professionisti sani.