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Ricercato Procuratore della Corte Penale Internazionale in Russia: “azioni inaccettabili”

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Ricercato Procuratore della Corte Penale Internazionale in Russia: “azioni inaccettabili”

ILL’ICC ha dichiarato di essere “inflessibile” dopo che Mosca ha inserito il suo procuratore Karim Khan, che ha emesso un mandato di arresto per Vladimir Putin, nella lista dei ricercati della Russia. La Corte penale internazionale considera queste misure inaccettabili. Il tribunale dell’Aia ha affermato in una dichiarazione che il tribunale rimarrà determinato a svolgere il suo mandato legale per garantire la responsabilità per i crimini più gravi.

Il 17 marzo la Corte penale internazionale ha emesso un mandato d’arresto contro Vladimir Putin, accusato di un crimine di guerra per la “deportazione illegale” di migliaia di bambini ucraini dall’invasione dell’Ucraina del febbraio 2022. Mosca ha respinto le accuse. La corte ha aggiunto di “essere a conoscenza ed essere profondamente preoccupata per le misure coercitive ingiustificate e inappropriate presumibilmente prese contro i funzionari della CPI (…) dalle autorità della Federazione Russa”.

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La CPI invita inoltre i suoi 123 Stati membri a “raddoppiare i loro sforzi per proteggere la corte, i suoi funzionari e il personale e per garantire che possa continuare a svolgere il suo mandato indipendente”.

Il procuratore generale britannico Karim Khan è stato inserito nella lista dei più ricercati della Russia, secondo una notifica del ministero dell’Interno russo. È stato descritto lì come un uomo nato il 30 marzo 1970 a Edimburgo, in Scozia, ma senza specificare il suo reato.

La Russia, che non è membro della Corte penale internazionale, non riconosce il mandato d’arresto del suo presidente, definito “illegale”. Il tribunale ha anche emesso un mandato di arresto il 17 marzo contro Maria Lvova Belova, commissaria russa per i diritti dei bambini, con accuse simili.

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In una dichiarazione separata, il legislatore che rappresenta gli Stati membri ha affermato di essere “profondamente preoccupato” per l’azione intrapresa contro Khan e i giudici della Corte penale internazionale. La Presidenza dell’Assemblea degli Stati parti della CPI “deplora questi atti di intimidazione e questi tentativi inaccettabili di minare il mandato della CPI”.


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