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Salvatore Adamo, Pasta buona – Montaggio

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Salvatore Adamo, Pasta buona – Montaggio

Asse

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La cantante pop italo-belga festeggia sessant’anni di successi planetari, con amenità prive di zone d’ombra, o quasi.

Cresce indubbiamente la lista degli artisti “gonfi” estromessi dall’acceso dibattito sulla riforma delle pensioni, classificati in base alla speranza di vita. Poi, neanche tutti i bicchieri sono fatti dello stesso legno, e senza cercare di delineare alcuna misura simbolica dell’entusiasmo, noteremo che alcuni rimangono più intelligenti di altri. Come Salvatore Adamo, che ha navigato senza segni visibili di usura verso il suo 80° compleanno (da quando è nato il 1 novembre), continua ad attirare folle appassionate attraverso la galassia, mentre scambia “In sei lingue, più il giapponese, solo parole incomprensibili dopo 38 soggiorni,” Afferma l’idolatria permanente. Ieri in Turchia, oggi in Québec, spesso in Francia visto che il maggiore italo-belga al Music Hall aveva meno rughe che l’aiuto che aumentava gli applausi.

Ecco, almeno, la riflessione che abbiamo avuto alla fine di due ore e mezza di Alert Singing Tour, all’inizio di aprile, a Van. Dove, nell’ambito del Festival de Les Emancipés, i giovani del Morbihan hanno reso omaggio al neo deperibile Zaho de Sagazan, mentre, contemporaneamente, un gruppo di manifestanti ha fatto un giro sul torrente, ai ritornellos dei Benoîtes degli anni Sessanta che ha forgiato la fama di colui che, nella sua prima giovinezza, fu soprannominato Jacques Brel “Il tenero giardiniere dell’amore.” che prosegue oltre

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