Reportage
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In occasione del 76° anniversario della Nakba, lo sfollamento forzato dei palestinesi nel 1948, diverse migliaia di manifestanti hanno manifestato a Parigi. Mobilitarsi per chiedere un cessate il fuoco immediato a Gaza, ma anche per ricordare.
A poco meno di un’ora dall’inizio della marcia a sostegno della Palestina, questo sabato, 18 maggio, da Place de la République a Parigi, le kefiah vengono ammucchiate sulle bancarelle dei mercanti, prima di essere rapidamente gettate sulle spalle, mentre le bandiere sventolano sull’asfalto grigio si scambiano con un ritmo quasi ritmico. Ma in questo giorno di commemorazione del 76° anniversario della “Nakba” – “catastrofe” o “catastrofe” in riferimento allo sfollamento forzato dei residenti palestinesi durante la guerra arabo-israeliana del 1948 – queste sono le chiavi che i manifestanti devono inventare. Sono stati chiamati a salutare. In riferimento alle collezioni delle loro preziose case che i 760.000 palestinesi espulsi in esilio (nei paesi vicini come Libano, Siria, Giordania, Egitto o l’attuale Cisgiordania) portarono con sé nella speranza di un rapido ritorno.
La chiave realizzata da Sanaa in cartone dice in arabo: “Torneremo.” Questo insegnante di 47 anni, che cammina “Rompere il silenzio del mondo” Per lui è quasi una profezia. “I rifugiati palestinesi un giorno torneranno nella loro terra, questo è certo. La domanda è quando e grazie a chi”. Sanaa non ha mancato nessuna mobilitazione da ottobre, ed è una delle migliaia di persone che lo hanno fatto