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Silvio Berlusconi, il “tabby italiano”, ha fatto aprire a Mitterrand la TV francese per lui.

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Silvio Berlusconi, il “tabby italiano”, ha fatto aprire a Mitterrand la TV francese per lui.

Nel 1986, il Papa della televisione italiana voleva fare della Francia la primogenita del suo impero audiovisivo. Nel 1992 Silvio Berlusconi gettò la spugna.

Uno scontro di culture e un diverso calcolo politico. Nell’autunno del 1985, il governo socialista assegna a France 5 una concessione di servizio pubblico di 18 anni per lo sfruttamento di una quinta rete televisiva hertziana con trasmissione nazionale. Pochi mesi dopo, il canale La Cinq è diventato il secondo canale privato a trasmettere in Francia dopo Canal+.

Un anno dopo il canale in abbonamento culturale criptato, è il momento dei cinque più famosi e lustrini di un certo Silvio Berlusconi. Già re del piccolo schermo in Italia, dove viene chiamato “Sua Emitenza” (una combinazione di “Sua Altezza” e “Sua Trasmittente”), il miliardario milanese vuole espandere il suo impero audiovisivo in Europa. Sarebbe Telefünf in Germania, Telecinco in Spagna e La Cinq in Francia.

Ha collaborato con l’uomo d’affari Jérôme Seydoux (che sarebbe diventato il capo di Paté pochi anni dopo) ed è riuscito a convincere il presidente François Mitterrand. Sulla carta, tutto era il capo dello stato socialista, l’appassionato di lettere e il papa italiano “Coca Cola TV”, anticomunista radicale e pochi anni dopo Forza. Entreranno in politica sotto l’etichetta di Italia. Un partito populista di destra.

Imprenditore e intellettuale

Ma negli affari, come in politica, le alleanze non hanno odore. ‘Il Cavaliere’ in particolare è molto ben arrotondato.

“Era un ostacolo molto allettante, ricorda il giornalista di BFMTV ed ex conduttore de La Cinq Guillaume Durand. Parlava diverse lingue, era un imprenditore immobiliare ed era circondato da un intellettuale, era lontano anni luce dalle emissioni”.

Tanto più che l’imprenditore ha già il braccio lungo. Berlusconi, all’epoca vicino al potere socialista italiano, riuscì a far sussurrare il suo nome al capo dello Stato francese da Bettino Craxi, presidente del Consiglio e capo del Psi. Quest’ultimo – che non vuole niente di meno nel mondo degli affari Uomini fatti da sé (Bernard Taby entrerà in un governo socialista nel 1992) – accetta di cedere il nuovo canale agli italiani.

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Pochi mesi prima delle elezioni legislative del 1986, che sapeva di perdere, François Mitterrand non voleva cedere i pieni poteri del settore audiovisivo alla proprietà di Jacques Chirac. A quel tempo, tutti i principali canali (incluso TF1) erano pubblici e potevano essere un trampolino di lancio per RPR per la futura campagna presidenziale del 1988. Il presidente voleva avere un asso nella manica con un canale, crede. , se necessario, dovrebbe essere un relè di comunicazione per il PS.

Ne seguì una battaglia parlamentare tra la maggioranza socialista, che voleva installare un trasmettitore sulla Torre Eiffel che consentisse la trasmissione de La Cinque, e l’opposizione RPR, compreso il presidente e sindaco di Parigi, Jacques Chirac, che si oppose.

Stars ha pagato quattro volte di più rispetto a TF1

Invano fu installato il trasmettitore e il 20 febbraio 1986 il canale (con un budget consistente di 50 milioni di franchi) iniziò a trasmettere i suoi programmi. Il programma di apertura “Voilà la Cinq” è condotto dalle star del piccolo schermo a caro prezzo (quattro volte i loro precedenti stipendi) dalle reti pubbliche francesi. Quella sera, Christian Morin, Roger Jabal e Alain Guillot-Pedre hanno ricevuto le più grandi star del genere francese (Johnny Halliday, Serge Gainsbourg e Mireille Mathieu).

Spettacoli di varietà, incisivi dibattiti politici ma anche cartoni animati giapponesi (Oliva e Tom, Principessa Sara…), come la serie americana Arnold e Willy, Star Trek O Dallas Berlusconi acquista i diritti di raddoppio di TF1… Channel spende lautamente. In particolare, l’ingente concessione gli dava il diritto di trasmettere 250 film all’anno, a soli due anni dalla loro uscita (contro i tre canali dell’epoca).

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Ma il successo di La Cinque fu di breve durata. L’ala destra di Jacques Chirac, salita al potere nel 1986, mette i bastoni tra le ruote della “catena di Francois Mitterrand”. La Cinq non avrà tanti trasmettitori quanti i suoi concorrenti TF1, Antenne 2 e FR3, perderà il diritto di trasmettere film e soprattutto l’offerta del servizio pubblico è messa in discussione.

Il pubblico dei canali è rimasto buono ed è progredito fino a raggiungere una quota di mercato record di oltre il 13% al momento della caduta del muro di Berlino nel 1989. Tuttavia, non è bastato a giustificare la spesa più consistente che Berlusconi voleva. Quest’ultimo si oppone al boss della stampa Robert Herson, entrato a far parte dell’avventura La Cinque nel 1987, giudicando che l’italiano pagasse troppo per i suoi spettacoli americani. In risposta, Berlusconi ritiene che l’informazione stia occupando troppo spazio nell’aria.

Sciolto nell’aprile 1992

Schiacciato sotto un debito complessivo di 3,5 miliardi di franchi (840 milioni di euro attuali), Berlusconi ha deciso di gettare la spugna. Vende i diritti dei cartoni animati giapponesi alla AB Productions, che produrrà TF1 e Club Dorothy’s Peak. Sotto la pressione politica, la concorrenza di altri canali si unì contro di essa, il pubblico e le entrate diminuirono e La Cinq fu sciolta nell’aprile 1992.

Silvio Berlusconi ha lasciato la Francia. Sarebbe tornato solo negli anni 2000 con l’acquisizione della rivista Emap, una filiale di Mondatori del suo gruppo multimediale Fininvest. I magazine Closer e Grazia saranno i motori del gruppo stampa che l’imprenditore italiano venderà alla francese Reworld nel 2019. Ma per Berlusconi, che intanto aveva assaporato il calcio e soprattutto la politica con il Milan, la Francia non sarebbe mai più stata la terra del trionfo. Il libro si è chiuso con una schermata nera il 12 aprile 1992.

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