A sinistra, Ecolo-Groen, attraverso Simon Motkin, ha chiesto il riconoscimento immediato di uno Stato palestinese, il divieto dei prodotti degli insediamenti o addirittura il divieto di ingresso nel territorio europeo e belga di coloni e ufficiali militari israeliani colpevoli di crimini di guerra.
Al congresso CD&V, Els van Hove ha nuovamente chiesto il divieto dell’importazione di prodotti dalle colonie, mentre l’accordo del governo si è limitato ad attuare una politica di differenziazione. Tuttavia, una fonte governativa ha notato che la questione è stata discussa solo brevemente durante l’evento del KERN (governo ristretto) organizzato mercoledì.
Da parte sua, il Partito socialista ha rinnovato la sua richiesta di un cessate il fuoco immediato. “Che cos’è un cessate il fuoco umanitario? Ci fermiamo per qualche giorno, qualche ora, e poi riprendiamo? Un cessate il fuoco immediato è ciò di cui abbiamo bisogno”, ha supplicato Malek Ben Achour, chiedendo, come Peter Mertens (PTB, opposizione), di ricordare l’ambasciatore israeliano.
Di fronte a queste opinioni diverse, anche all’interno della maggioranza, il primo ministro Alexander De Croo (Open Vld) si è mostrato cauto, concentrando il suo intervento sulle misure concrete, “con implicazioni”, che il Belgio potrebbe introdurre nell’interesse della pace. Ha anche chiesto la fine delle violenze, il ritorno al tavolo dei negoziati, opportunità per la popolazione civile e una soluzione a due Stati “nel rispetto dei confini del 1967”.
In un comunicato stampa diffuso prima della sessione plenaria, il ministro della Cooperazione Caroline Jenes (FOR) ha osservato che “il governo sta attualmente esaminando la possibilità di riconoscere la Palestina come Stato indipendente, insieme ai paesi europei che la pensano allo stesso modo”. Il primo ministro non si è espresso su questo punto.
All’opposizione, Georges Daliman (Les Engagés) ha espresso il suo rammarico per questo avvertimento e ha invitato il Primo Ministro a “rafforzare la sua agenda politica”.
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La sessione ha visto scontri tra Michel de Maiged (Mr.) da un lato, e Nabil Bukele (PTB) e Ahmed Al-Aweij (PS) dall’altro. Il liberale è tornato sulle dichiarazioni controverse di diversi esponenti della sinistra, citando Jean-Pascal Labelle, André Flahout, Zakia Al-Khattabi e persino Fouad Haidar. “Tutto ciò impedisce una discussione costruttiva”, ha detto il deputato, paragonandolo ai commenti fatti dall’ex presidente del Fronte nazionale francese Jean-Marie Le Pen, invocando l’Olocausto come “un dettaglio della storia”. Questo confronto ha suscitato un’intensa rabbia nella sinistra, poiché i rappresentanti comunisti e socialisti hanno sottolineato che il movimento comunista non condannava la risposta israeliana e la mancanza di preoccupazione per le vittime. “Stai zitto,” rispose seccamente il signor de Maigde.
Infine, Peter De Roover (N-VA) ha denunciato l’“ipocrisia” di alcuni partiti, senza citarli per nome. Ha chiesto: “Dov’eri quando si sono verificati eventi terribili nello Yemen o nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo?”
Alexander De Croo si recherà venerdì mattina a Parigi per partecipare al forum sulla pace, dove giovedì sarà presente il ministro degli Esteri Hajja Habib.
La sessione è iniziata con un minuto di silenzio “in onore di tutte le vittime civili del conflitto israelo-palestinese”, secondo le parole della presidente della Camera Eliane Thilio.
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