Questi colossi dell’e-commerce offrono un gran numero di prodotti a prezzi bassi, spesso di qualità molto bassa, e non sempre rispettano gli standard stabiliti in Europa. Ma soprattutto approfittano dell’esenzione dai dazi doganali (fino a 150 euro) per inondare il mercato europeo, in una forma di concorrenza sleale con gli operatori locali.
La piattaforma di shopping online Temu è accusata di aver rubato i conti bancari dei suoi utenti
Per l’Europa è tempo di porre fine a questo vantaggio imponendo dazi doganali su tutti gli acquisti, compresi quelli che non superano i 150 euro. La Commissione aveva già proposto questa cancellazione nel 2023, ma ora vuole accelerare i tempi. Aumentano le importazioni: lo scorso anno sono stati importati almeno 2,3 miliardi di prodotti con valore inferiore a 150 euro. Nell’aprile di quest’anno erano 350 milioni, il doppio rispetto a un anno fa!
Se le piattaforme cinesi sono all’orizzonte, la proposta della Commissione prende di mira anche tutte le importazioni da paesi che non fanno parte dell’UE. Ciò non porterà necessariamente a un aumento dei prezzi, anche se le aziende cinesi continuano a beneficiare di importanti aiuti governativi, sotto forma di sussidi per esportare le loro merci nel Vecchio Continente.
Temu, il nuovo sito di shopping cinese che taglia i prezzi
Anche in Francia sembra che si voglia trattare con più durezza il fast fashion, che è un disastro ambientale ed economico. Molte voci si sono levate contro SheIn, in particolare, un sito molto popolare tra i giovani che consumano vestiti scadenti come… Ci cambiamo le magliette. Qualche settimana fa è stato presentato un disegno di legge per introdurre una tassa di 5 euro su ogni capo di abbigliamento importato dalla Cina. Quando apprendiamo che la maglietta viene venduta su Shein quasi allo stesso prezzo, ciò potrebbe seriamente interrompere lo slancio del numero 1 in modo ultraveloce.