Ti è piaciuto il classico del 2021? Mont Ventoux, una cronometro a Saint-Emilion e infine una corsa sprint sugli Champs Elysees per tre volte. Nessuno ha aspettato quest’anno per sapere che Wout van Aert ha aperto la strada a tutte le professioni oltre alla frase “Posso fare tutto”, tutte riempite con una categoria naturale indiscutibile. Colui che lo mandò in orbita all’inferno contava un solista nel vento e del nord. Il momento in cui ha giocato la sua carta personale, dalla Danimarca al Losanna passando per Calais, dopo una settimana sconcertante e sconcertante.
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Se continuano così con Van Aert, perderanno il round
Cosa non hanno sentito Jumbo Visma e il belga alla fine di questi primi giorni di completa libertà? Bjarne Reis, ex vincitore e direttore sportivo, si è espresso contro i critici di Lassi Neuss: “Corre stupidamente da qualche giorno. Se dovessi definire una strategia per vincere il round, avrebbe un ruolo molto importante perché è un pilota rivoluzionario. Se brucia tutte le cartucce, sarà molto stanco e avrà buone possibilità di assentarsi nel giorno cruciale. C’è un interesse per la leadership. Non hanno il coraggio di chiamare Wout per una richiesta perché ha una personalità così grande. Ma se continuano così, perderanno il round. “
Il tempo dirà se il palco attraverso il Telegraph, Galibier e Granon è il “giorno decisivo” alla Grande Boucle 2022, ma Wout van Aert era comunque lì e la valutazione complessiva era turbolenta. Mandato in pausa dalla giornata, ha dato un grande aiuto… a Primoz Roglic riportandolo nel gruppo Vingegaard-Pogacar. Ciò ha permesso allo sloveno di correre per chi sarebbe diventato il suo capitano e tour leader in poche decine di minuti. Van Aert era stanco, come aveva previsto Rees? Non ultimo al mondo perché trascina ancora il gruppo sulla tappa dell’Alpe d’Huez e anche molto lontano sulla mitica salita.
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Vigile del fuoco Van Aert
Chi altro abbiamo visto davanti al gruppo della quattordicesima tappa di Mindy? Soprattutto, chi abbiamo visto come spotter di Tadej Pogakar all’inizio della giornata mentre cercava di lasciare 183 miglia dalla porta per mettere all’angolo la maglia gialla? Senza van Aert, ovviamente. Il belga è una risorsa incredibile per Jonas Weinggaard. Può proteggerlo da tiri come quelli che ha provato lo sloveno ma anche servirlo in alta montagna. Certo, è possibile che non manchino tre chilometri dal traguardo a Piragodis o Otakam, ma questo non è il suo ruolo, ma quello di Kos. Un vigile del fuoco Van Aert avrebbe invece il compito di spegnere un incendio se scoppiasse troppo lontano dalla fine. E lo farà senza dubbio con piacere e brillantezza.
Insomma, finché la WVA è dalla sua parte, Jonas Weinggaard non ha molto da temere, almeno non tatticamente perché i colossi belgi saranno lì a colmare eventuali brecce. Van Aert mette tante applicazioni nel suo ruolo di compagno di squadra in quanto è stato persuasivo a essere uno spirito libero. Ha funzionato perfettamente nella prima parte del tour, e sta facendo lo stesso con la seconda. E per Jumbo-Visma, questa è un’ottima notizia.
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