Agenzia di stampa francese, Inserito venerdì 21 ottobre 2022 – 05:05
Le folle hanno spesso una cattiva reputazione, ma possono anche essere gioiose, salvando persino vite: la Cité des Sciences di Parigi esplora il dietro le quinte del nostro mondo densamente popolato, attraverso una mostra originale che mette in discussione il nostro rapporto con il gruppo.
Come contiamo i manifestanti? Fuggire da una folla molto stressata? Perché è così imbarazzante prendere l’ascensore con estranei? Il “distanziamento” imposto dal virus Covid-19 ha cambiato il nostro rapporto con gli altri?
Tutte queste situazioni hanno una cosa in comune: l’individuo esiste solo nell’interazione con gli altri. Con la mostra Crowds, in programma fino ad agosto 2023, la Cité des Sciences et de l’Industrie esplora dietro le quinte questo fenomeno unico, fondamentale per la nostra vita quotidiana.
“È un argomento serio, ma che affrontiamo in modo gioioso e soprattutto rassicurante”, spiega Dorothy Vatenel, co-curatrice della mostra.
Come ogni oggetto scientifico, il pubblico ha una sua unità di misura: la densità, pari al numero di persone per metro quadrato, filo conduttore della mostra. Il visitatore si sposta dal più alto al più basso, attraverso un viaggio interattivo – e arioso – che ci scivola nella pelle di una ‘volologia’ per domare questo fenomeno.
Osserviamo quando un movimento di massa non è controllato e fa apparire un fenomeno ondulatorio, come una macchina delle onde. Questi comportamenti, che si verificano “senza un conduttore”, operano anche nel mondo animale: il volo degli storni, il bagliore rosa dei fenicotteri, gli sciami di pesci…
Esploriamo le sue dimensioni culturali, che differiscono da paese a paese. “In Francia, ad esempio, i pedoni tendono a evitarsi a destra e in altri paesi a sinistra. È un simbolo sociale”, analizza Mehdi Moussed, ricercatore in scienze cognitive al Max Planck Institute di Berlino, coordinatore scientifico ad una mostra.
Senza dimenticare la folla virtuale, lo spazio rumoroso, con un sofisticato display a parete che permette di visualizzare le dinamiche al lavoro sui social network.
“La folla è spesso associata alla stupidità e all’irrazionalità: è un’idea che si riceve e non è sempre sbagliata, ma ne mostriamo anche l’altra faccia, le dimensioni di intelligenza collettiva e di autorganizzazione”, continua Mehdi Moussaid.
Virtuoso, anche collettivo a volte rappresenta la “soluzione”, come nei grandi raduni di solidarietà. Il karaoke chiama per provarlo in musica: ascoltando la registrazione, farà sicuramente uscire un ritornello più armonioso dei singoli.