L’arresto del narcotrafficante italiano Gaetano Guarino in Tunisia ha disegnato molto inchiostro, soprattutto sul suolo tunisino, secondo i media di TransSulfine che le forze speciali italiane sono state coinvolte nel suo arresto.
Foto e video che spiegano il cosiddetto arresto sono circolate anche dai media italiani, i quali hanno notato che il rapitore italiano aveva ampliato le sue operazioni in Tunisia, dove aveva commesso diversi reati e potrebbe essere stato coinvolto in gravi casi di terrorismo e riciclaggio di denaro. .
Il dirigente dell’Essep ha indagato sulla vicenda e ha affermato che l’arresto dell’italiano Guidano Guarino è stato eseguito da membri dell’unità antiterrorismo nella sua abitazione di El Mauroz.
Gli uomini dell’intelligence della polizia italiana a Napoli hanno sicuramente collaborato in questo caso con la polizia tunisina e hanno avvertito che c’era un latitante sul nostro territorio, ma nessun agente di polizia italiano è stato arrestato.
Secondo le nostre fonti, Guidano Cuarino è tornato in Tunisia all’inizio di gennaio 2011, dove ha vissuto prima a Rawd, poi a Ben Aros e poi a El Moroz.
Contrariamente alle voci, il latitante non conduceva una bella vita nel nostro paese e non sembrava essere un uomo ricco o un uomo d’affari. Invece, per mantenersi, ha lavorato per un’azienda e poi per un call center.
La polizia italiana si è resa conto che viveva in Tunisia da diversi mesi quando i suoi familiari hanno inviato i mandati della Western Union per suo conto. Il 57enne, originario della città di Castle de Principe, è stato poi ringraziato per i suoi social.
La polizia italiana ha rintracciato la sua posizione da un falso profilo Facebook che ha creato e da numeri di telefono tunisini.
Dopo diverse settimane di coordinamento, la polizia tunisina lo ha arrestato, imprigionato a Tunisi e deportato in Italia.
Separato dalla mafia, secondo funzionari italiani, Guidano Guarino si occupa di importare in Italia dall’estero droga, in particolare eroina, attraverso una rete utilizzata in Turchia e in Grecia.
È stato incriminato dalla Procura Generale nell’aprile 2021 presso la Corte d’Appello di Napoli con 25 anni di reclusione per traffico internazionale di droga e riciclaggio di denaro.
BM