Questa è una scelta editoriale forte. Il giorno dopo aver visto l’Italia Il presidente del consiglio ha rassegnato le dimissioniQuesto mette un intero paese in uno stato di incertezza. Repubblica scelto Non cita Mario Draghi in prima pagina. Questo 15 luglio, questo onore va interamente a Eugenio Scalfari, l’uomo che ha fondato questo giornale progressista nel 1976, scomparso il giorno prima all’età di 98 anni.
“Grazie Direttore”, Prima di dedicare ben 24 pagine a questo vero monumento del giornalismo italiano, saluta con calma la giornata romana su un foglio bianco, stabilendo un altro titolo iconico della Sinistra Transalpina, Settimanale investigativo L’Espresso.
Il tributo di papa Francesco
Nella valanga di articoli su questo padre fondatore del giornalismo italiano moderno, molti personaggi famosi hanno risparmiato a Scalfari un pensiero. Il più famoso è senza dubbio Papa Francesco.
“Le nostre interviste sono state sempre dolci e serie. Con lui i minuti sono volati, scanditi dal silenzioso scontro delle nostre opinioni, Scrive il Santo Padre. Dice di essere ateo, ma si parla di fede e laicità. Ho la memoria di un uomo dotato di una straordinaria capacità di ascolto, sempre alla ricerca di un senso ultimo da dare ad eventi e testimonianze che potessero arricchire la comprensione della modernità.
“Un giornale può sentirsi orfano”
Eugenio Scalfari fu un apostolo riformatore in Italia (talvolta accusato di elitarismo), che stampava. Repubblica Questo particolare marchio. Un’anima che gli sopravvive, scrive Ezio MauroDirettore della stessa testata dal 1996 al 2016:
“Un giornale può sentirsi orfano quando suo padre muore. Ma un giornale ha un carattere, una singolarità, se è da rispettare, che rende tutto coerente, giorno dopo giorno, anno dopo anno. L’anima de ‘La Repubblica’ è la vera eredità di Scalfari, un titolo modellato a sua immagine, libero nella sua coscienza e nella sua volontà. Perché il vero fondatore crea qualcosa e lo lascia fare per la sua strada, fedele alla sua idea di libertà, in modo che possa sopravvivere all’uscita.