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Additivi alimentari collegati a un aumento significativo del rischio di cancro in uno studio francese
Yogurt, salumi, marmellate, pasticceria industriale… Non guardare, i colpevoli sono sicuramente nel tuo carrello. Uno studio su larga scala che riunisce Inserm, INRAE, Sorbona Parigi Nord, Università Paris Cité e Cnam, Inserito martedì 13 febbraio, infatti, ha appena evidenziato gli effetti cancerogeni di alcuni additivi alimentari: carragenina, difosfato, pectina… molti dei quali l'industria utilizza in dosi elevate per migliorare la conservazione, il gusto o la presentazione dei propri prodotti. Ma a quale costo per la nostra salute?
Lo studio francese non è il primo a mettere in guardia dal potenziale pericolo del famoso elemento “E”, che sono gli elementi che troviamo sempre sulle confezioni dei nostri acquisti quotidiani. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), l’autorità europea per la sicurezza alimentare, ha addirittura fissato un limite giornaliero per alcuni di essi. Questo studio ne dimostra l’importanza.
Analizzando i dati sanitari di 92.000 adulti francesi per un periodo di 7 anni e monitorando la loro dieta, i ricercatori hanno documentato l'insorgenza di 2.604 casi di cancro diagnosticati all'interno del gruppo. Una volta presi in considerazione i fattori cancerogeni noti (sigarette, alcol, mancanza di attività fisica, ecc.), questi casi hanno dimostrato che coloro che consumavano più additivi alimentari rispetto alla media avevano un rischio maggiore di sviluppare il cancro.
Un terzo del rischio di cancro al seno
Ad esempio, il consumo di grandi quantità di monogliceridi e digliceridi di acidi grassi (E471) aumenta il rischio di cancro al seno del 24% e di cancro alla prostata del 46%. Tuttavia, questo additivo si trova quasi ovunque negli alimenti ultraprocessati: emulsionante, stabilizzante, gelificante, antiossidante… e viene utilizzato praticamente in ogni cosa. Di conseguenza, dal pesce, ai dolci, alla pasta, si rischia di mangiarli.
Stessa osservazione per la carragenina (E407 e E407a): anche questo “agente strutturante” utilizzato nella panificazione industriale, nelle marmellate o nelle creme dessert è associato ad un marcato aumento del rischio di cancro. Per le donne che consumavano molto, rispetto al gruppo di studio che consumava poco, c'era un aumento del rischio di cancro al seno del 32%.
Ma poi, cosa fai? Innanzitutto non dobbiamo dimenticare i limiti di questo studio. La sua enorme scala, sia in termini di cronologia che di dimensione del gruppo, lo rende sensibile anche ad altri cambiamenti: in altre parole, lo stile di vita rimane un elemento cruciale per la salute delle persone osservate. Inoltre, non sono ancora compresi i collegamenti diretti tra causa ed effetto: esistono le statistiche, ma non è ancora chiara la funzione che porta alla patologia.
Tuttavia, le conclusioni dei ricercatori francesi evidenziano, più che mai, la necessità di limitare, quando possibile, l'assunzione di questi additivi. Si tratta di ridurre il consumo dei cosiddetti alimenti “ultra-processati”, che contengono additivi: crocchette, piatti pronti, biscotti industriali… quando il nostro portafoglio lo consente, ovviamente.
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